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Lo Quarter

In catalano-algherese si pronuncia “Lu Qualté”, oggi è un importante centro polivalente che ospita vari enti ed attività culturali, raccontandoci ancora le sue tante trasformazioni avvenute in 700 anni di storia.

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La storia

Il cimitero medievale

Dal 1300 al 1600 nell’area del Quarter vi era un grande cimitero, che in tre secoli fu utilizzato da liguri, sardi e catalani. Quest’area cimiteriale apparteneva alla Chiesa di San Michele e confinava a sud-est con le mura medievali e la Torre di San Giovanni, inizialmente chiamata di San Michele.

Nel 2009 cominciarono i lavori di riqualificazione de Lo Quarter, e grazie agli scavi archeologici di emergenza guidati da Marco Milanese, docente di Archeologia Medievale dell’Università di Sassari, sono venute alla luce molte sepolture collettive disposte a trincea, a testimonianza di un sistema di sepoltura particolare adottato in periodo di peste; in particolare quella che colpì Alghero nel 1582-83.

Fra i ritrovamenti vi è anche il più antico amuleto al mondo di Santiago di Compostela, databile alla seconda metà del XVI secolo e rinvenuto sullo scheletro di una donna morta durante la peste, che aveva compiuto il Cammino di Santiago. Il reperto è oggi custodito al Museo Archeologico di Alghero.

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I Gesuiti

Dopo la peste del 1583, i Gesuiti furono chiamati dal vescovo Andrea Bacallar per garantire l’istruzione in città. Il progetto ambizioso prevedeva un collegio gestito all’inizio da otto padri gesuiti, e la costruzione del loro edificio nel terreno del cimitero.

La realizzazione dell’intero complesso gesuitico si prolungò per oltre un secolo, con tre corpi di fabbrica costruiti in tre fasi differenti.

1) Il primo blocco era il collegio, e venne iniziato l’11 novembre 1589 grazie all’eredità di Giovanni Sarrovira, e al lascito del cimitero e della chiesa da parte del vescovo Bacallar.

2) Il secondo blocco prevedeva le scuole dei Gesuiti, e venne costruito dopo l’acquisto di case a due livelli sull’attuale Via Carlo Alberto grazie alla donazione di Gerolamo Ferret.

3) Il terzo blocco comprendeva vari ambienti al piano terra: locali di stoccaggio merci, frantoi dove producevano olio, e un magazzino del grano.

 

I Gesuiti erano esperti agricoltori e insegnavano tecniche agricole ai contadini locali comunicando in sardo. Producevano malvasia, moscato, vini rossi, olio, ortaggi, cereali, miele, e avevano una peschiera nella laguna del Calich. Erano abili investitori e prestatori di denaro; inoltre si dedicavano ad attività teatrali.

Durante il Settecento l’ordine gesuitico crebbe economicamente, tanto da risultare inviso sia ad altri ordini sia a potenze come il Portogallo che espulse la Compagnia di Gesù nel 1759, mentre la Spagna lo fece nel 1767.

Iniziarono le pressioni sulla Chiesa, portando nel 1773 Papa Clemente XIV allo scioglimento dell’ordine, che dopo due secoli di attività, lasciò anche Alghero.

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La Chiesa di San Michele

Dedicata al santo patrono di Alghero, la Chiesa di San Michele è una delle più imponenti della Sardegna; venne costruita dai Gesuiti nel corso del Seicento, in contemporanea con il secondo e terzo blocco del complesso, senza essere ultimata del tutto, come si può notare dalla semplice facciata su Via Carlo Alberto.

Ha una struttura ampia e slanciata, con grandi vetrate luminose sulla facciata e sui lati del transetto, al centro del quale svetta la cupola ottagonale, che dal 1950 è divenuta fra i simboli di Alghero grazie alle sue maioliche colorate, opera dell’architetto Antonio Simon Mossa e del pittore Filippo Figari.

L’interno è a navata unica a botte, ha uno stile tardo manieristico con elementi barocchi, come sculture, stucchi, bassorilievi e la cantoria in legno sull’ingresso. È la chiesa di Alghero che custodisce il maggior numero di dipinti, tra i quali uno raffigurante Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Vicino all’altare, una lapide ricorda la donazione del Ferret per la costruzione del collegio.

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La caserma e gli usi del Novecento

Nel 1788, sul lato sinistro della Chiesa di San Michele, venne elevato un quarto corpo di fabbrica, destinato a Caserma dei Carabinieri, e sul piazzale del Quarter vennero costruite anche le scuderie.

Nell’Ottocento il resto del complesso è stato convertito in caserma, da cui ha preso il nome “Lo Quarter” (Caserma), e il quarto blocco venne trasformato in carcere.

All’inizio del Novecento cominciò l’abbattimento delle mura lato terra della città, compresa la Cortina di San Giovanni che delimitava da sempre l’area sud-est del Quarter.

Nel resto del Novecento l’uso militare continuò, fino ad ospitare gli sfollati del bombardamento del 17 maggio 1943. Il resto del complesso ha avuto varie funzioni d’uso, tra cui scuola media statale, palestra e biblioteca.

L’occupazione dell’area finì nel 2009, quando le casette del dopoguerra furono demolite e l’antico complesso gesuitico fu ristrutturato.

Consulenza storiografica: Dott.ssa Angela Simula.

Foto banner di Marco Milanese.

Alcune immagini sono tratte da: AA.VV.,  “Alghero e il suo volto”,  Milanese M., “Lo scavo del cimitero di San Michele ad Alghero” .

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