Le Origini
La prima cinta muraria della città di Alghero fu edificata nella seconda metà del XIII secolo dalla famiglia genovese dei Doria. Come descritto dai Catalano-Aragonesi durante il loro assedio del 1354, essa appariva poco efficace alla sua funzione difensiva.
In questo periodo le mura, probabilmente di 7-8 metri di altezza e di poco più di 1 metro di spessore, erano costruite con pietre e malta.
Le torri, diversamente da oggi, risultavano sporgenti dalle mura, a base quadrata o rettangolare di 6-8 metri per lato, ubicate a breve distanza l’una dall’altra. La presenza di un fossato e contro fossato andava a rafforzare le difese da attacchi sul lato terra.
Completavano il sistema difensivo parapetti e merli alternati a ventole: robuste tavole di legno mobili, utilizzate a protezione dei balestrieri che le spostavano verso l’esterno per mirare e colpire il nemico.
Anche le torri disponevano di questa protezione con feritoie di varie dimensioni e sporgenze murarie dette bertesche.
La struttura della fortificazione era stata progettata in relazione alle armi dell’epoca: balestre a medio (40-50 metri) e lungo raggio (360 metri), e materiale vario da scagliare contro il nemico.
Avvenuta la conquista della città da parte dei Catalano-Aragonesi guidati dal re Pietro IV d’Aragona nel novembre del 1354, il sistema di fortificazione venne riparato in più riprese a partire dal 1364, anno in cui venne redatta la prima relazione sullo stato delle mura, a noi nota, da parte del notaio Pere Fuja.
Tra il 1417 e il 1419 il Parlamento Catalano emanò un atto stabilendo che il finanziamento dei lavori, affidato alla gestione di un mercante, Bartomeu Clotes, ricadesse fra Corona e cittadini algheresi, tenuti a contribuire in denaro o con l’equivalente in lavoro; tale sistema fu adottato anche per i successivi interventi di consolidamento (1424-1435-1459).
Nel 1500 re Ferdinando II d’Aragona fece esaminare lo stato delle mura e nel 1514 con i progetti dei baluardi della Maddalena e della Porta Real, realizzati da Pedro Malpasso, iniziarono le modifiche di maggior rilievo, affidate all’ingegnere Gerau Cetrilla e dopo la sua morte al figlio Angelo Cetrilla.
Da quel momento in poi i lavori proseguirono a rilento, anche per via del continuo logoramento delle strutture. Questa situazione verrà riportata e certificata negli atti del Parlamento Sardo nel 1543.
La nuova struttura muraria, adeguata allo sviluppo e all’evoluzione delle armi dell’epoca soprattutto quelle di natura esplosiva, prevedeva la costruzione di baluardi: bastioni pentagonali con rinforzi alla base caratterizzati da profilo obliquo.
Torri cilindriche e troncoconiche, sostituzioni dei merli con altri più solidi ad oggi purtroppo scomparsi e feritoie con aperture più ampie e strombate completavano il nuovo apparato difensivo.
Una novità fu la realizzazione di un rivellino (struttura muraria indipendente dalla cinta muraria principale) progettato dopo il 1625, come riporta la relazione del viceré Vivas, a protezione della porta d’ingresso della città, sita nella torre di Porta Terra o Porta Real.
Consulenza storiografica: Dott.ssa Angela Simula.
Foto banner di Renato Granieri.
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