« Regno animale o regno vegetale? »
Tra mito e storia
Rosso come il sangue, vivido come la vita che pulsa, dai Greci e dai Romani era visto come il miglior frutto del mare. Utilizzato anche nella farmacopea, gli veniva conferito così un potere medico. Una credenza pagana, che perdurò nei secoli, e secondo cui i monili di corallo potessero proteggere dalle malattie e potessero allontanare il demonio.
Di volta in volta veniva classificato in maniera diversa: minerale vegetale, pianta preziosa, oggetto ornamentale, veicolo di superstizioni. E le ingenti quantità di Corallium Rubrum nel nostro mare, la possibilità di grandi guadagni fecero di questo elemento il simbolo della nostra città.
La piena identificazione di Alghero con la pesca e il commercio del corallo è segnata nel 1355, quando il re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso, concede lo stemma alla Città Fortezza. Costituito da un ramo di corallo in mezzo alle onde del mare, a indicare la più preziosa risorsa della città fortificata, sormontato da quattro pali rossi in campo oro, insegna reale nota come “Pali di Aragona”.
Nel tempo ha subito alcuni mutamenti senza però stravolgerne mai totalmente l’identità grafica, ideologica e simbolica.
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Nel 1355 il re di Aragona Pietro IV il “Cerimonioso” concede ad Alghero lo stemma comunale, costituito da uno scudo diviso in senso orizzontale in cui sono raffigurati nella parte superiore quattro pali di colore rosso, i “pali di Aragona” e nella parte inferiore un ramo di corallo che emerge dalle onde.
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Nel 1414 appare un nuovo stemma, quadripartito, in cui i “Pali di Aragona” figurano nel primo e nel quarto quadrante, mentre nel secondo e nel terzo figura un castello, sormontato da una corona, al di sopra delle onde del mare. Intorno si legge la scritta “Segel de la Vila de l’Alguer”
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Nel 1501 Ferdinando il Cattolico concede ad Alghero il titolo di città regia e il privilegio di porre al di sopra dello stemma una corona reale. Nel 1562 lo stemma viene inserito in una tessera romboidale. La corona reale è posta sopra lo stemma, ma non figura più sul castello. Nel 1573 lo stemma viene inquadrato anche in Croce di Sant’Andrea, quadripartizione tipica dell’araldica catalana, scolpito in una lapide di marmo.
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Nel 1613 è raffigurato uno stemma in cui sono trascritti i privilegi concessi al comune dai sovrani catalani e spagnoli. Nello stemma è visibile, al di sotto della porta del castello, un alberello di corallo capovolto che affonda i suoi rami tra le onde del mare come una radice, quasi a indicare che la città trae le sue risorse economiche dalla pesca del corallo.
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La croce sabauda posta nel “capo” è sostituita dai pali a testimoniare le radici catalane della città e il campo d’argento dello scudo viene cambiato in azzurro con riferimento al colore del mare che circonda lo scoglio. La colorazione argentea dello stemma dipinto nella pergamena del 1767 conservata nell’archivio comunale ha assunto nel tempo un colore grigio azzurrognolo che poi erroneamente è stato riprodotto anche nello stemma del gonfalone comunale.
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Nel 1991 lo stemma è composto da uno scudo interposto a due fronde di palma e sormontato da una corona con nove palle, simbolo di città reale. All’interno dello scudo nella parte inferiore (2/3) in campo azzurro, si raffigura uno scoglio sormontato da un ramo di corallo e nella parte superiore (1/3), in campo giallo, quattro barre rosse.