“Oggetti d’uso da una villa romana” secondo i ragazzi e le ragazze della Scuola Media “Maria Carta” di Alghero
La mostra
La mostra “Oggetti d’uso da una villa romana” di Stefano Serusi ha messo in relazione il mondo della lussuosa e opulenta domus romana di Sant’Imbenia con l’universo iconografico in cui si riconoscono i ragazzi e le ragazze di oggi.
L’invito dell’artista a immaginare oggetti d’uso che scandiscono la quotidianità della villa sembra riuscire a colmare più di 2.000 anni di distanza: l’esito di tale operazione è una commistione di immagini, simboli, modelli, oggetti e stili completamente differenti tra loro, ma che ritrovano proprio nella mescolanza e nell’unione una nuova identità.
Così come le opere di Serusi hanno fatto incursione nell’allestimento del museo accostandosi ai reperti in maniera volutamente stridente e anacronistica, anche gli oggetti immaginati dai giovani offrono una rilettura del patrimonio archeologico dal carattere fortemente contemporaneo.
I lavori dei ragazzi
Ed ecco che l’immagine dei delfini, originariamente rappresentata negli stucchi della villa, diventa il pattern che decora uno skate, la cover di un cellulare o la copertina di un CD, e ancora dà forma a un’aspirapolvere, a una calamita o alla maniglia di una porta.
I minacciosi serpenti di Medusa diventano invece le braccia di un lampadario e stringono tra le fauci spalancate le lampadine accese, oppure avvolgono morbidamente la porta di un frigorifero.
Le texture dei marmi che ornavano le sale della villa decorano un interruttore dell’elettricità, una stoffa o una trapunta.
I lavori sono stati realizzati dagli studenti e dalle studentesse delle classi 1F e 1I della Scuola Media “Maria Carta”, dell’Istituto Comprensivo 2 di Alghero che, supportati dall’insegnante Mauro Morittu e dalle operatrici del museo, hanno risposto agli stimoli dell’artista con grande entusiasmo ed estro creativo.